"Cenni Storici sopra la vita di suor M. Felicita Baseggio"
"Cenni Storici sopra la vita di suor M. Felicita Baseggio" è un volumetto scritto da Mons. Fortunato Giavarini nel 1937; cento anni prima la salma di suor Baseggio era stata tolta dalla terra e posta in un loculo per sottrarla all'opera disgregatrice della terra nel cui seno riposava da otto anni. Scrive mons. Giavarini nella Prefazione: "Per parte mia, credetti doveroso onorare la memoria della Baseggio, che amava tanto questo mio seminario, geloso custode dei suoi scritti, con il presente opuscoletto, il quale ha l'unico intento di farne conoscere sempre meglio le virtù e di accrescerne la devozione. L'autore, poi, si propone di scrivere quanto prima la vita completa e documentata, qualora il Signore gli conceda tempo e salute. I buoni affrettino l'appagamento di questo pio desiderio con le loro preghiere." Nel 1947 mons. Giavarini scrisse la biografia della suora intitolata "Suor Maria Felicita Baseggio - Una mistica Rodigina".
In "Cenni Storici", Giavarini narra la vita di Anna Clara Baseggio nata a Ferrara il 5 maggio 1752 e morta, in concetto di santità, l'11 febbraio 1829 a Rovigo. Nella città estense la giovane aveva appreso l'arte della doratura e, con la sua abilità, fu un validissimo aiuto al padre e al fratello Sante noto, oltre che come scultore, anche come architetto, progettista dei palazzi dell'Accademia dei Concordi e del Teatro Sociale di Rovigo.
A Ferrara Anna aveva incontrato l'Abate di Santa Francesca Romana che, avendo scorto nella fanciulla delle virtù singolari, la guidò sapientemente nella via della perfezione. Giovanissima, a 14 anni, col permesso del confessore, Anna fece voto di verginità in Duomo a Rovigo e, all'età di 18 anni, sempre in Duomo, ricevette dal Signore Gesù i segni della sua passione, le stimmate: sul petto si aprirono cinque piaghe, disposte a forma di croce, che furono riscontrate anche dopo la sua morte.
All'età di 14 anni Anna, col permesso del confessore, fa voto di verginità in Duomo a Rovigo. (Disegno)
A 18 anni Anna riceve dal Signore Gesù i segni della Sua passione. Sul petto della giovane si aprono cinque piaghe, disposte a forma di croce, che sono riscontrate anche dopo la sua morte. (Acrilico)
Al desiderio della giovane di farsi monaca, si opposero tenacemente i suoi famigliari, ma Gesù sostenne la sua aspirazione con grazie particolari. Vinse l'ostilità del fratello Sante dopo un fatto miracoloso: Sante aveva scolpito il baldacchino, dorato da Anna, da collocarsi sopra l'altare maggiore della Parrocchiale di Fratta Polesine, ma il demonio aveva rovinato il lavoro; al fratello, furioso, Anna chiese pazienza e, tornata dalla S. Messa, trovò il lavoro completamente risanato.
La Baseggio fu accolta nel convento delle Terziarie di San Francesco, emise i voti e prese i nomi di Maria Felicita Fortunata. Alla costante crescita spirituale della giovane si oppose il diavolo con violenti attacchi fisici, con tentazioni e creando incomprensioni, gelosie e attriti fra le suore.
Suor Felicita ebbe frequenti apparizioni della Madonna, dei santi, e, in particolare, di Gesù Bambino che scherzava con lei, la aiutava nei suoi lavori, la guidava. Di quel periodo ricordiamo due fatti: il grano che doveva servire al sostentamento della comunità si era guastato; le suore criticavano la Priora la quale impose, per obbedienza, a suor Baseggio di far risanare il grano. Un giorno la cella della novizia fu invasa da centinaia di farfallette e la Priora constatò che il grano era risanato. Nel 1786 a suor Felicita furono anticipati i fatti che di lì a poco avrebbero sconvolto l'Europa: la Rivoluzione Francese, la fine della Repubblica Veneta, l'avvento dell'Orgoglioso Corso.
Un decreto napoleonico soppresse, fra i tanti Ordini Religiosi le Terziarie Francescane e suor Baseggio, accolta dalle Eremitane di Sant'Agostino, fece la solenne professione religiosa nel Monastero della SS. Trinità. Anche qui non mancarono invidie e incomprensioni, ma pure fatti straordinari. Una notte la monaca fu trasportata a Bologna in casa di un uomo che, per gelosia, stava per uccidere la moglie. Fermatagli la mano ella sparì alla vista, ma l'uomo, venuto segretamente a Rovigo, riconobbe in suor Felicita, che non si era mai mossa dalla sua cella, la suora apparsagli quella notte.
Nel 1804, rispondendo a una lettera di Elena Marangoni, monaca agostiniana del Monastero della SS. Trinità in Rovigo, Maria Felicita racconta che nella notte di Natale le è apparso San Francesco in compagnia di Sant'Agostino venuto a visitarla perché ella pure, presto, avrebbe militato sotto le sue insegne. (Acrilico)
Una notte, durante la preghiera, M. Felicita viene trasportata a Bologna in una casa dove un uomo, per motivi di gelosia, sta per uccidere la moglie; trattenendogli il braccio grida: "Ferma è innocente", poi scompare. (Acrilico )
Pur vivendo in clausura la Serva di Dio mise sempre se stessa al servizio delle persone che, numerose, ricorrevano a lei chiedendo la sua intercessione e ottenevano dal Signore conforto, guarigioni spirituali e fisiche. Suor Baseggio, non aveva fatto studi, ma fu sapiente direttrice di spirito, ed espresse la sua sensibilità negli scritti e in poesie di carattere religioso.
Nel 1810 furono soppressi altri Ordini Religiosi e suor Felicita trovò ospitalità presso il nipote Giuseppe che abitava al Castello. In questa casa ella morì santamente e i funerali furono resi solenni dallo straordinario concorso di popolo d'ogni ceto.
Il testo del volumetto, scritto da Giavarini, è stato integralmente trascritto, in un formato più agevole, e integrato con disegni, fotografie e notizie utili alla comprensione di persone e luoghi è disponibile, in formato cartaceo, presso l'Associazione "Suor Baseggio".