Attualita'
Il 20 febbraio 2021, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Durante l'Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato la medesima Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti: le virtù eroiche della Serva di Dio MARIA FELICITA FORTUNATA BASEGGIO (al secolo: Anna Clara Giovanna), Monaca dell'Ordine di Sant'Agostino; nata il 5 maggio 1752 a Ferrara ( Italia ) e morta a Rovigo l'11 febbraio 1829.
Questo l'annuncio posto in rete il 20 febbraio 2021 dalla Postulazione Generale Agostiniana, unitamente alla nuova pittura rappresentante Suor M. Felicita Baseggio commissionata
dalla Postulazione in occasione della Venerabilità.
Grande è stata la gioia di coloro che, in Rovigo, per anni hanno lavorato e pregato affinché giungesse a compimento la amorosa fatica di Mons. Fortunato Giavarini e di quanti prima
di lui hanno venerato, stimato e amato questa umile e straordinaria figlia della terra polesana.
Qui voglio richiamare solo alcuni collaboratori dell'”Associazione Suor M. F. Baseggio”, promotrice della Causa di Canonizzazione insieme all'Ordine di Sant'Agostino, che ora sono
in cielo in compagnia di Suor Felicita: Ivano Menon, Giulio Gianese, Vincenzo Cattozzo, Anna Cecchetto, M, Grazia Migliorini, Mons. Francesco Azzi.
La profezia
Forse così piace al Signore: che sia per alcun tempo dimenticata (Suor Baseggio), ma non si dubita punto che sia per venire un giorno in cui a Dio piaccia di essere in lei
glorificato.” Così scriveva su un foglietto di carta Mons. Luigi Ramello l'11 febbraio 1829, giorno in cui la monaca Agostiniana morì. Il manoscritto rimase fra le carte del sacerdote
che furono depositate in Accademia dei Concordi a Rovigo. Noi oggi assistiamo all'avverarsi di quella profezia.
Sono trascorsi 192 anni e ("dopo alcun tempo” ) la Chiesa Cattolica ha riconosciuto eroico il modo in cui le virtù cristiane furono praticate, nel corso della sua vita, da suor
Baseggio e propone ai fedeli la monaca rodigina come modello da imitare per meglio conoscere e amare Gesù nostro Dio incarnato e farlo partecipe al nostro vivere quotidiano.
La profonda e forte spiritualità che fin da giovane la spinse verso la vita claustrale, sostenne suor Baseggio nella lotta contro il rifiuto ostinato dei famigliari alla sua scelta di
vita. Una volta accolta fra le Terziarie di San Francesco accettò con amore anche l'ostilità e la gelosia di alcune consorelle. Preghiera incessante, penitenze e mortificazioni
furono le armi con le quali combatté contro il demonio che la tormentò ferocemente sia psicologicamente che fisicamente.
Il voto di verginità
Ma cosa può avere spinto una ragazzina a volere una vita austera costruita su "penitenze, digiuni e cilici” preferendola a quella di relativo benessere offertale dai familiari?
L'apprendimento del lavoro di doratrice era stato faticoso, e duro il trattamento riservatole nella permanenza in Ferrara, ma la Baseggio, negli scritti, dice che era insofferente
ad ogni disciplina; forse esagerando.
L'approfondimento della vita cristiana, grazie all'Abate di Santa Francesca Romana che le insegnò il Catechismo e la preparò all'incontro personale con Gesù Eucaristia, trasformò
Anna interiormente in modo tale da farle sentire la necessità di aderire a Lui nel modo più completo possibile. A 14 anni col permesso del confessore, don A. Coltro, fece voto perpetuo
di verginità. Questa decisione radicale che la porterà al contrasto continuo col fratello Sante è frutto di una maturazione interiore alimentata da fervorosi e continui colloqui col suo
Dio che la sta chiamando a sé. Potremmo qui ripetere le parole dei due discepoli di Emmaus: "Non ci ardeva il cuore nel petto mentre parlava e ci spiegava i misteri dei libri santi?”
E c'è un episodio narrato nelle "Memorie” che spiega lo stato d'animo di Anna.
Una sera inavvertitamente chiude fuori casa i suoi. Sante torna, chiama, batte sulla porta e poi la sfonda. "Siete in paradiso o siete matta. Chiuderci fuori? Urla Sante. "Non ho sentito, si
giustifica la giovane poi "Senza badarli tornai al mio Sposo Gesù, soridendo del caso.”
ABBRACCIANDO LA CROCE
Storia della Serva di Dio Suor Maria Felicita Baseggio
di Padre Josef Sciberras osa, Postulatore Generale
Anna Clara Giovanna Baseggio nacque a Ferrara il 5 maggio 1752. Fin da piccola mostrò una spiccata propensione artistica che lasciò immaginare ai suoi genitori un promettente avvenire, ma l'incontro con Dio la portò a desiderare un cammino diverso e la comunicazione sacramentale fu il luogo di questa conoscenza. La famiglia non accolse con favore questa "distrazione". Giunto l'anno 1782, l'intenzione di consacrarsi a Dio si rese incontenibile e la manifestò ai suoi cari. La loro reazione fu ostile ma la serva di Dio non perse la fede e la speranza. Finalmente, come le era stato anticipato in una visione celeste, nell'ottobre del 1783 lasciò la casa per entrare nel desiderato chiostro, tra le Terziarie di San Francesco di Rovigo. Qui, l'anno successivo, indossò l'abito e assunse il nome di Suor Maria Felicita Fortunata, per poi emettere la professione religiosa nel 1785. Vent'anni dopo, l'Europa giunse all'impatto con Napoleone. La prima soppressione coinvolse il monastero delle Terziarie e la Baseggio, insieme ad altre religiose, fu accolta tra le monache eremitane di Sant'Agostino, nel convento della Santissima Trinità di Rovigo. Con il successivo decreto napoleonico del 1810 anche questo convento fu soppresso e le religiose costrette all'esclaustrazione (all'uscita dalla Comunità, ndr). Suor Maria Felicita passò ad abitare in casa del fratello e, successivamente, in una casa presa a pigione. Nel mondo continuò a vivere come fosse ancora in monastero. Negli ultimi anni della sua vita, bisognosa di cure, si trasferì presso la casa di un nipote, dove morì in odore di santità l'11 febbraio 1829. Nonostante l'ostilità della famiglia, primo e non facile ostacolo da superare lungo il cammino vocazionale, la Serva di Dio non perse la speranza, trovando sollievo nella preghiera rivolta al Crocifisso, sopportando con rassegnazione, umiltà ed obbedienza le denigrazioni inflitte, non rifiutando i lavori più umili e la fatica nel servire prontamente, mostrando sempre carità. Patire per l'amore di Dio e condividere il peso delle sofferenze fu il suo desiderio, tanto da ricevere il dono mistico delle stimmate a forma di croce nel petto, manifestatesi più volte nel corso della sua vita. Come Santa Rita, Suor Maria Felicita abbracciò Cristo crocifisso, cogliendo dal Suo cuore la forza di accettare ogni sofferenza, di perdonare il male ricevuto, di trasformare il dolore in dono, di amare secondo la logica del Vangelo. Tutta la vita della Serva di Dio è stata vissuta all'insegna dell'amore verso la Croce e la sua esistenza, è stata una risposta positiva alla chiamata di Dio alla santità. La causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio Suor Maria Felicita Fortunata Baseggio è ora nella Fase Romana e si attende lo studio da parte della Congregazione delle Cause dei santi.
Benvenuto Vescovo Pierantonio
L'"Associazione Suor Maria Felicita Baseggio" si unisce con gioia alle tante voci che hanno voluto ringraziare Signore per aver mandato il Pastore delle loro anime ed esprimere a Lei il più sincero augurio di fruttuoso lavoro nella "Vigna del Signore".
Abbiamo seguito con emozione, chi direttamente nei luoghi, chi in televisione, le fasi e le tappe del suo ingresso nella Diocesi di Adria- Rovigo:
all'inizio della Eucaristia, nella Chiesa Cattedrale di Vicenza, la lettura della Bolla Pontificia con la quale Papa Francesco presenta il nuovo vescovo alla diocesi polesana e al mondo intero;
la sua ordinazione Episcopale sottolineata dal lungo e commovente applauso da parte dell'assemblea a testimoniare la gioia e la preghiera condivisa; la testimonianza del Cardinale Parolin; il
suo "Grazie" particolare ai confratelli e ai fedeli.
La Vergine Madre di Dio, alla quale Lei ha rivolto il saluto entrando in territorio diocesano, nel veneratissimo Santuario del Pilastrello a Lendinara, la sosterrà nel suo cammino pastorale.
Il benvenuto, nella Chiesa Cattedrale di Adria e nel Duomo a Rovigo, testimoniano l'affetto dei fedeli e la speranza che i loro cuori ripongono in Lei.
Forse i nomi: Maria Felicita Baseggio suonano nuovi per Lei e per questo motivo c'è, in noi, il desiderio di renderLa partecipe della nostra ammirazione e devozione verso una polesana che ha speso la sua
vita per il Signore a servizio delle anime che hanno incontrato durante sua esistenza terrena. Ma anche persone, lontane nei luoghi e nel tempo, sono rimaste affascinate dall'amore della Serva di
Dio per Gesù; questo penso sia il segreto, il motore che ha spinto suor Felicita a impegnare tutta se stessa nella preghiera (dolce colloquio col suo Gesù), nella carità verso il prossimo, in aspre
penitenze corporali offerte in unione alle sofferenze del Salvatore.
Ella, Eccellenza, si chiederà cosa può aver fatto questa donna per essere ancora venerata e ricordata con amore dopo tanti anni: era nata nel 1752 è morì nel 1829.
Miracoli in vita gliene sono stati attribuiti tanti da coloro che hanno raccolto e tramandato questa devozione: sono stati tutti sacerdoti e, molti, insegnanti nel seminario Diocesano. Dopo la morte, pur
essendone avvenuti, non sono stati ratificati avvenimenti straordinari. Un miracolo può essere che quattro geometri e una suora di clausura abbiano fatto avviare il processo di Canonizzazione e costatare
come il Signore possa, con poco, fare grandi cose.
Ciò che impressiona nella vita di suor Baseggio è la sua fede, la totale fiducia che ella ha sempre nel suo sposo Gesù: fatiche, derisioni, ostilità non scalfiscono la sua serenità né il suo operato. La certezza interiore, l'adesione alla Parola di Dio la sostiene in tutte le situazioni e, nelle scelte, è l'amore a Gesù, presente in ogni creatura, che guida ogni suo pensiero.
Suor Felicita ebbe il dono delle stimmate, cinque bolle disposte a forma di croce, sul petto, che sanguinarono dolorosamente e furono riscontrate anche dopo la morte.
Nella sua giornata era frequente la presenza di Gesù Bambino e dei santi, come pure frequenti furono le lotte con lo spirito del male.
A Lei, Eccellenza, guardano con fiducia la nostra Associazione e molti fedeli i quali sperano che Lei possa essere un validissimo aiuto alla Causa di Beatificazione e Canonizzazione Giacente a Roma presso la Congregazione delle Cause dei Santi.
Il Vescovo mons. Pierantonio Pavanello ha fatto il suo ingresso in Diocesi di Adria-Rovigo il 6 Marzo 2016 ad Adria in Cattedrale e il giorno 13 Marzo 2016 ha ricevuto il benvenuto dalla città di Rovigo in Duomo.
Il Vescovo Pierantonio Pavanello che entrando nel territorio della Diocesi di Adria-Rovigo si è fermato a Lendinara e ha rivolto una Supplica alla Beata Vergine Maria "Nostra Signora del Pilastrello"